Le origini della FIAT 1100 risalgono al periodo pre-bellico, al 1939, anche se chiedendo a qualche appassionato di pensare a una Fiat 1100 quasi certamente nella sua mente si formerebbe l'immagine della 1100D del 1962, con cambio al volante e pinnette posteriori. Qualcuno, probabilmente più anziano, penserebbe a una 1100 "103", del 1953, col bagagliaio corto e tondeggiante, oppure a una 1100 TV del 1956 o a una 1100 Special dei primi anni sessanta. Solo nella mente di alcuni, ormai probabilmente nonni o bisnonni apparirebbe una Balilla o una 1100 E "Ferro da stiro". Ma è probabile che rivolgendo la stessa domanda a qualcuno nato negli anni sessanta, apparirebbe la 1100R, cioè "Rinnovata", la 1100 di fine carriera, prodotta per quasi quattro anni dal 1966 al 1969.

Nel corso della loro vita, le 1100 pian piano diventarono di fatto 1200 (così come le "600" diventarono 750 e come le "850" diventarono 900) ma quando la Fiat stava per introdurre sul mercato la 124, che aveva la stessa cilindrata, pensò che fosse opportuno declassare la 1100 a 1100 cmc (di fatto 1089 cmc) giusto per non entrare in concorrenza con la nuova vettura. Nacque così la 1100R, con significativi restyling al frontale, alla coda, all'interno e che adottò con la nuova meccanica anche il cambio al pavimento. Il modello riprodotto dalla Mebetoys é proprio questa versione di fine serie, quella che lasciò poi il posto alla 128.

Il modellino é molto bello e gode di una elevata valutazione, specialmente nella versione iniziale, caratterizzata dalla scatoletta bianca. Impossibile acquistarla in buone condizioni senza sborsare almeno un paio di centinaia di euro (e non é raro vederla andare via a 500 euro e oltre).

Il modellino dispone di portiere anteriori apribili, complete della cornice del finestrino. L'arredamento interno è realizzato con un'unica fusione di plastica che comprende cruscotto, volante, sedili e pavimento e risulta, di conseguenza, monocolore. Solo la leva del cambio movimenta un po' l'interno essendo separata, in plastica cromata e dotata di un bel pomello sferico. Nel tentativo di offrire modelli sempre più belli e completi la Mebetoys dotò la macchinina di un cofano anteriore apribile e della riproduzione del motore in plastica cromata, abbellito da uno spinterogeno e dai cavi delle quattro candele in plastica rossa, morbida. Davvero un bel risultato.

Nel frontale, la calandra è cromata e i due fari sono a diamantino. Molto belli i paraurti in metallo cromato. Le luci posteriori, realizzate in risalto nella fusione, sono verniciate insieme alla carrozzeria e poi abbellite con smalto rosso. Con lo stesso smalto sono dipinti i due piccoli lampeggiatori anteriori.

Il fondino del modello è verniciato di nero e riporta in rilievo solo i principali organi meccanici. E' fissato con due viti con la testa a croce e alla destra della vite anteriore riporta il codice articolo "A-9". Presenti ovviamente le sospensioni. Le ruotine hanno pneumatici in gomma nera e cerchi piatti, cromati, a cinque asole. A differenza di quasi tutti gli altri modelli Mebetoys di quel periodo si possono avere solo due tipi di cerchi ruota: i già citati cerchi a 5 asole della versione iniziale e i cerchi sagomati a sette feritoie, apparsi contestualmente alla scomparsa della cornice dei finestrini, quando ancora si utilizzavano le scatolette finestrate marroni.

La descrizione del modello procede ora seguendo cronologicamente l'evolversi della scatoletta.

SCATOLETTA BIANCA (CHIUSA).
La prima produzione era commercializzata con le scatolette bianche, chiuse e dotate di un piccolo foro per poter vedere il colore del modellino senza aprirla. L'arredamento interno può essere rosso, marrone scuro spento o bianco. Le portiere hanno sempre la cornice dei finestrini. Le carrozzerie sono verniciate con colori prevalentemente metallizzati, ma si trovano modellini rossi.
Fondini sempre neri, con cerchi ruota piatti, cromati, a cinque asole. I cavi delle candele sono sempre presenti nel vano motore. Targhe in carta nera, adesiva, del tipo "MI A..." o anche "MI D...".