Al Rallye di Montecarlo del 1968 furono iscritte numerose Fulviette, alcune HF 1600 e altre 1300 HF. Ma con il numero di gara "39" non partì nessun equipaggio. I piazzamenti migliori li ottennero gli equipaggi Andersson-Davemport e Cella-Paganelli, rispettivamente 6° e 8°, entrambi con la Fulvia HF 1600. I loro numeri di gara furono rispettivamente "8" e "55". Quell'anno il 1° e il 2° posto furono assegnati alle Porsche 911 T e il 3°, il 4° e il 5° posto alle Mini Cooper S. Il 7° posto, tra le due Lancia HF 1600, fu assegnato all'Alpine Renault A110 1300, che avrebbe quindi ben meritato la sua presenza nella serie Rallye e nel gift-set della Mebetoys. Ma sarebbe stato necessario produrre un modello ex novo, con evidenti ulteriori spese e allungamento dei tempi. Così il quarto prescelto fù la Opel Kadett, che si piazzò solo al 17° posto, ma il cui modellino era già in produzione da alcuni anni come versione stradale. La sua presenza meno blasonata portò probabilmente la Mebetoys a non applicare l'adesivo del Rallye sul cofano della Kadett.

La livrea rallistica della HF prodotta dalla Mebetoys consiste nella classica tripla striscia gialla-blu-gialla, posizionata sui cofani e sul tetto, spostata a destra mentre le vere HF hanno la hanno in posizione centrale. Sui fianchetti anteriori, in prossimità dei montanti del parabrezza, le classiche scritte HF, bianche su fondo nero, rettangolare. Su entrambe le portiere è applicato il numero di gara "39", inizialmente cerchiato, poi non più. Sul cofano anteriore il solito adesivo del Rallye 1968, prima giallo e poi rosso, posizionato in modo trasversale soprattutto per non interferire con la lunga modanatura che attraversa longitudinalmente l'intero cofano. Sarebbe stato bello avere il cofano nero opaco, l'eliminazione dei paraurti e l'applicazione dei fari di profondità "LUCAS" o "CARELLO" con le custodie di protezione. Ma la Mebetoys si limitò a utilizzare le versioni stradali applicando solo accessori di tipografia.

Il modello, comunque, è molto bello e dispone di quattro aperture: le portiere (senza la cornice del finestrino, proprio come nella vettura vera), il cofano anteriore con la riproduzione cromata del motore, il cofano posteriore (bagagliaio). Sulle primissime versioni il motore è arricchito dal fascio dei cavi delle candele, presto eliminati del tutto.

All'interno dell'abitacolo i sedili, inizialmente bianco avorio, poi marrone chiaro, hanno lo schienale reclinabile. La leva del cambio è riportata, in plastica cromata con stelo lungo e pomello rotondo, a palla. Il cruscotto non è un gran che ma il volante, forse troppo grande e troppo poco sportivo, è in plastica nera. Diventerà più piccolo e cromato nell'ultima produzione.

All'esterno troviamo i paraurti in metallo cromato (che servono anche per il serraggio del fondino) e quattro fari a diamantino. La targa posteriore è in carta adesiva nera. Le ruotine sono inizialmente a 5 asole, piatte oppure a sei asole (molto meno comuni). Diventeranno a 10 fori tondi e infine a 7 asole nelle versioni Gran Toros. Ben presto la decal Montecarlo diventerà rossa (molto più realistica) e il numero di gara perderà la cerchiatura e sarà scritto su un semplice bollino bianco.