Il secondo modello della serie riproduce una delle più diffuse vetture di media cilindrata prodotte negli anni sessanta: la Fiat 1500 berlina, derivata dalla Fiat 1300. Entrambe erano caratterizzate dalla tipica linea "a saponetta", stilisticamente ispirata a quella di alcune vetture americane dell'epoca (la Chevrolet Corvair, ad esempio). Una linea ripresa in Europa anche per vetture molto più economiche, quali la NSU Prinz 4 e la SIMCA 1000, ma la Fiat 1500 apparteneva ad una fascia ben più elevata ed aveva anche una certa classe.

Il modellino è dotato di portiere apribili, ma i due cofani sono fissi e, quindi, non c'è la riproduzione del motore. In compenso, le portiere hanno le cornici dei finestrini e risultano quindi di grande effetto se paragonate a quelle della maggior parte delle concorrenti dell'epoca. Molti altri costruttori dotavano i modelli di fari tipo strass (a diamantino), ma la Mebetoys non volle seguirli, pur avendoli già utilizzati con un buon successo nel modello precedente, la Fiat 850. I fari, infatti, fanno parte della calandra, in metallo cromato di buona qualità. Altrettanto buona è la qualità dei paraurti, anch'essi in metallo cromato.

Il fondino del modellino è nero, in metallo verniciato, ed è fissato con viti con la testa a croce, cromata. Riproduce solo i principali organi meccanici ed è molto liscio e pulito. Nelle prime serie non presenta il codice articolo, che appare in seguito. Sono presenti le sospensioni e le ruote hanno i pneumatici in gomma scolpita. I cerchi ruota sono inizialmente lisci, bombati e cromati. Con le serie successive si passa ai cerchi piatti a cinque asole e, infine, a quelli sagomati a dieci fori.

Le luci posteriori sono dipinte di rosso. Anche sui modelli rossi. Altri produttori in questo caso avrebbero dipinto le luci di colore arancio per farle risaltare di più, ma la Mebetoys evidentemente non ci pensò. Il volante è dello stesso colore dei sedili (rosso) e degli interni perchè realizzato con stampo unico. La leva del cambio è correttamente posizionata sul piantone del volante, sulla destra, secondo la moda americana. Targa nera, in carta adesiva.

Spesso i collezionisti pensano che le varie trasformazioni subite da un modello nel corso della sua produzione siano avvenute in modo sincronizzato. Dimenticano, però, che questi "giocattoli" erano oggetti di poco valore e che certamente la casa produttrice doveva tener d'occhio i costi ed evitare di gettare via particolari e accessori giacenti in magazzino. Fatte queste precisazioni, si può affermare che della Fiat 1500 esistono tre serie differenti:

PRIMA SERIE. Scatoletta bianca. I modelli hanno il fondino nero opaco privo del codice articolo, le ruotine hanno i cerchi cromati ad asse passante, bombati lisci.

SECONDA SERIE. Scatolette marroni, finestrate, delle tipologie "1-27", "1-30" e "1-40" a seconda della lista di modelli presenti su uno dei fianchi. Non ho mai visto le scatolette della serie "1-26", che si potrebbero pensare debbano precedere le "1-27", ma non è così. Per questi primi modelli in catalogo sono state utilizzate le scatolette bianche finché ce n'erano. Modelli successivi invece non hanno mai avuto le scatolette bianche e sono stati venduti con le scatolette "1/26", "1-27" ecc. Per la 1500 (ma anche per la 850, per la Giulia ecc.) terminate le scorte delle scatolette bianche, si stamparono quelle in produzione a quel momento, cioè le "1-27".

I modellini hanno perso le ruote bombate adottando quelle lisce con cerchi a cinque asole e il codice articolo è comparso sul fondino. Le targhe inizialmente sono state ancora le "MI A..." e poi le altre. Le più "probabili" per questa serie sono le "MI D..." e le "MI F..." ma non è raro trovare anche targhe successive.