UPDATED 14/10/2018
Il Re d'Africa. Così era chiamato il FIAT 682 N2, a testimonianza della sua grande diffusione in tutto il mondo. La proverbiale robustezza, la semplicità costruttiva, la semplicità della manutenzione, ecc. l'hanno tenuto in produzione fino a pochissimi anni fa in linee di montaggio distribuite in vari continenti.

La versione riprodotta in scala dalla Mercury è una prima serie della serie "N2". La si riconosce da vari particolari,

primo fra tutti la calandra con undici barre verticali tagliate in senso orizzontale dal caratteristico "baffo". Risale quindi grossolanamente al 1954-55, prima che le portiere subissero la trasformazione controvento (risalente al 1959) e prima che sparissero le prese d'aria poste sulle fiancate, sotto i finestrini posteriori. Da notare che l'assenza dei lampeggiatori anteriori e la scomparsa delle frecce a bacchetta, sostituite dalle grosse gemme poste sui fianchetti posteriori, confermano quella datazione (le frecce anteriori sono state introdotte nel 1955). Ulteriore conferma si ha dal fatto che la Mercury iniziò la produzione di questo modello nel 1956 e, di conseguenza, il modello riprodotto deve risalire a pochissimi anni prima. Nelle scatolette Mercury, però, il modello viene sempre indicato come 682N, ma la versione precedente al 682 N2 non aveva il baffo a dividere la calandra.

D'altra parte, sulle scatolette del primo tipo (vedi più avanti la classificazione) la bella immagine della bisarca mostra una motrice delle serie precedenti sulla quale il disegnatore ha abusivamente inserito, apportandovi anche qualche lieve modifica, la nuova simpatica calandra.

Evidentemente il disegno, molto bello, era preesistente, ma, non potendo rappresentare adeguatamente il modello Mercury, era stato modificato almeno nel particolare più evidente.


Un'immagine davvero spettacolare per noi appassionati: otto colori diversi per altrettante unità motrici 682N della collezione dell'amico
Marco Papotti, che ringrazio per aver voluto partecipare, con questa e con altre immagini, alla realizzazione di questa pagina web.
Voglio ringraziare anche l'amico Giuseppe, di Milano, e Antonio Paolella, di Savona, importanti collezionisti Mercury, per le immagini inviate.
Con la motrice 682 N2 la Mercury ha realizzato varie versioni e tra queste la più affascinante è senz'altro la bisarca, con o senza rimorchio. Sono comunque molto belle anche le varie versioni autocarro con cassone ribaltabile a manovella, sia telonato che aperto, sia civile che militare.
Per tutte le versioni i principali aggiornamenti che si sono susseguiti nel tempo sono legati ai fari (prima riportati, poi ricavati direttamente nello stampo), ai sedili (le prime avevano solo il sedile del guidatore, obbligatoriamente a destra, le ultime avevano anche il sedile del passeggero), ai vetri (presenti solo nelle ultime versioni) e al sistema delle pulegge dell'elevatore della bisarca (prima con quattro pulegge piccole, poi con una sola puleggia, ma grande).
La produzione è iniziata nel 1956-57 con la versione a cassone ribaltabile, codice 97 per la versione civile e codice 97/A per la versione militare.

La versione civile aveva inizialmente il cassone aperto (con la sola spondina posteriore basculante), con i fari riportati e con il solo sedile del guidatore.


Nel 1960 si è passati ai fari stampati e si poteva avere anche il telone in lamierino metallico verniciato, derivato da quello della serie militare. I vetri e il secondo sedile sono apparsi dal 1965.

La versione militare ha avuto da subito il telone e dal 1960 ha adottato i fari stampati. Da notare che i primi modelli erano verniciati nel colore verde oliva opaco, mentre gli ultimi erano verde oliva lucido, più scuro.


Le scatolette sono quelle visibili nelle immagini. Sono del tutto simili: la versione militare (87/A) si distingueva solo per l'etichetta applicata sull'aletta di chiusura.


Ancora una suggestiva immagine delle splendide bisarche di Marco Papotti

Tutti i modelli presentano sulla cabina il segnale di presenza del rimorchio, cioé un triangolo giallo su sfondo nero. La struttura é ricavata direttamente nella fusione della cabina e il segnale é riprodotto con una decal (si vede bene nella foto del modello celeste, qui sopra). In realtà sulla cabina del camion vero il segnale era molto meno massiccio di quello riprodotto dalla Mercury: un sottile telaio metallico reggeva il piccolo pannello che doveva essere tenuto in posizione verticale in presenza del rimorchio oppure doveva essere ruotato in posizione orizzontale se la motrice viaggiava senza rimorchio.
Sulla versione militare possono essere presenti altri adesivi in carta: la bandiera italiana e le targhe E.I. anteriori e posteriori. Ma non tutti i modelli le hanno.


Con i codici 99 e 100 nel 1957-58 sono stati realizzati la motrice porta auto e il rimorchio porta auto, quest'ultimo dotato di elevatore posteriore per caricare le vetture sia sul rimorchio che sulla motrice stessa. Anche in questo caso, inizialmente i fari erano riportati e nella cabina era presente il solo sedile del guidatore. La scatoletta era quella generica, senza illustrazioni, visibile qui sotto.

Dal 1960 si è passati ai fari stampati. Per avere i vetri e il secondo sedile si dovrà aspettare fino al 1965, quando, contestualmente, apparve la semplificazione delle pulegge dell'elevatore (da quattro piccole a una sola, grande).

Sempre nel 1965 vide la luce anche la versione senza rimorchio, con l'elevatore applicato direttamente in coda alla motrice. Questa versione é ovviamente dotata del meccanismo a puleggia unica, con fari stampati e vetri, e ha codice 95. Eccola qui sotto.

La motrice e il rimorchio erano venduti separatamente e ciò ha presto portato alla produzione di gift-set completi dei due pezzi e di gift-set che oltre ai due pezzi avevano anche i modelli di auto da caricare.

Siamo nel 1959 e motrice e rimorchio sono del primo tipo.

Il Gift set ha codice 82 e se ci sono le vetture queste sono otto Fiat 600.

Dal 1961 il Gift-set comprende le versioni con fari stampati e la nuova scatola, ma mantiene il codice 82.

Dal 1965 la versione con vetri viene inserita nei gift-set, mantenendo ancora una volta il codice 82.

Nello stesso anno si mette in commercio un nuovo Gift-set, col codice 83, derivato dalla motrice con elevatore senza rimorchio (codice 95) abbinata a quattro auto.

In genere le auto utilizzate erano: la 1800 monocolore, la 1500 berlina, la 1500 spider, la Giulietta TI, la Bianchina, la Bianchina Panoramica e la 500. A seconda delle disponibilità di magazzino potevano avvenire delle variazioni nella dotazione.
La struttura dei ponti della bisarca, sia nelle confezioni singole che nei gift-set, è sempre grigia. Le cabine, invece, potevano essere verniciate in vari colori anche se nei gift-set erano inserite quasi sempre quelle giallo arancio o celesti (rosse o arancio nel codice 83).
I paraurti anteriori e i parafanghi sono sempre neri; solo le versioni militari hanno paraurti e parafanghi dello stesso verde oliva della carrozzeria.



IL MODELLONE IN SCALA 1/25

Nel 1958 la Mercury mise in produzione la versione "grande" del 682N. L'anno dopo uscì la versione con motore elettrico filoguidato. Il codice era il 98 per la versione statica e il 134 per quella con motore elettrico.
I modelli sono molto ben fatti e parecchio rari. La versione militare era probabilmente nei pensieri della ditta, che ne approntò, riverniciando versioni civili nel colore verde militare, una piccola serie da presentare all'Esercito o a qualche salone del giocattolo. Poi l'idea venne abbandonata.
Uno di questi esemplari é oggi nella collezione di Marco Papotti, insieme alla versione civile con cabina rossa e cassone azzurro. Ringrazio l'amico Marco per aver inviato le immagini di questi due modelli, di cui é giustamente orgoglioso.
Nelle foto si può vedere anche la scatoletta Mercury grigia del primo tipo. La versione elettrificata aveva una scatoletta a cofanetto identica a quella di altri modelli simili, quali la FIAT 1400 berlina.



L'amico collezionista Giuseppe Goffo, fortunato possessore del modellone, ha voluto sottolineare le differenze tra la versione "grande" e la versione "piccola" posando un suo 682 (arricchito dagli accessori originali Mercury, sul pianale del modello in scala 1:25. La differenza delle
dimensioni balza subito agli occhi, così come la presenza del grande gancio di traino anteriore. Davvero un bel modello. Grazie Giuseppe