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CISITALIA mod. 202 PininFarina 1948

Art. M10 - 1968
DESCRIZIONE DEL MODELLO...







PARTICOLARI...

La Cisitalia 202 é uno dei modelli più noti della Dugu, soprattutto perché la 202 non era stata ancora riprodotta da altri costruttori di macchinine. Nel complesso é un modello d'effetto: la carrozzeria della 202 fa sempre la sua bella figura, anche ridotta in scala.

Guardando il modello da vicino, però, si prova una certa delusione: eccessiva semplicità costruttiva, accessori di bassa qualità, leggerezza d'insieme, cofano che sembra apribile, ma non lo é, fari "ridicoli", ruote di bassa qualità, fondino "minimalista" ecc.
D'accordo, era un modello della serie economica, ma avrebbero dovuto prevedere almeno un volante. Come si fa a guidare senza il volante?

Malgrado tutto, a me piace tantissimo. E penso costituisca anche una buona base di partenza per qualche esperto modellista che vuole impreziosirla con accessori di migliore qualità e, magari, con una riproduzione del piccolo 4 cilindri che spingeva la vettura vera. Tanto il cofano é già apribile.

Il modello perfetto e con scatoletta perfetta raggiunge quotazioni interessanti, raggiunte solo da pochi altri modelli della casa.








 

... E DELL'AUTO VERA I COLORI

La Cisitalia fu fondata da Piero Dusio e Piero Taruffi nel 1946. Ebbe un discreto successo, anche sportivo, per qualche anno. Difficoltà economiche portarono Pietro Dusio a lasciare la società nel 1953. L'attività proseguì fino al 1963 sotto la guida del figlio Carlo.

La 202 riprodotta dalla Dugu é il modello più famoso, progettato da Giovanni Savonuzzi insieme allo stesso Dusio, a Dante Giacosa e a Battista "Pinin" Farina, che realizzò la splendida carrozzeria. L'eleganza della carrozzeria, innovativa per quei tempi, ne ha determinato il diritto all'esposizione al MOMA (Museo d'arte Moderna di NewYork), dove ancora oggi fa bella mostra di se.

Il modello originale da cui la Dugu derivò il suo modellino era però quello custodito al Museo Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino (oggi Museo Giovanni Agnelli). Tra tutti i modelli prodotti dalla Dugu é quello che riproduce la vettura più recente, seguito dalla Topolino e dalla Cord.

Sul fondino del modello la Dugu ha riportato correttamente la dicitura Pinin Farina. La carrozzeria Pinin Farina, infatti, mutò il suo nome in Pininfarina solo dopo il 1961, anno in cui con decreto del Presidente Gronchi il cognome del fondatore venne mutato da Farina a Pininfarina. Nelle scatolette della prima produzione si leggeva ancora Pinin Farina. Nelle scatolette dell'ultima produzione, invece, appare la nuova dicitura Pininfarina (vedi immagini modello fotografato).

Specifiche tecniche
Motore: 4 cilindri, monoblocco
Cilindrata: 1.090 cmc
Potenza: 54 CV a 5.550 giri/min
Accensione: a spinterogeno
Frizione: monodisco a secco
Cambio: 4 velocità + retromarcia
Trasmissione: cardanica
Freni: a tamburo
Velocità massima: circa 160 km/h
Peso: 880 kg


Qui sotto, gli scarichi laterali (troppo sporgenti) e la bella riproduzione dello stemma della Pininfarina.


Il modello é stato prodotto in un unico colore: il rosso corsa con interni neri. Targa "VC 1113".

Scatoletta tipica della serie "Museo", del tipo che gli inglesi definiscono "closed box", cioé senza finestra.
D'altra parte, la finestra serviva principalmente per vedere di che colore era il modellino, ma le Cisitalia Dugu erano tutte uguali.

 

COMPONENTI
Il modello é molto semplice dal punto di vista costruttivo. Nell'immagine a sinistra, in basso, é ritratto il modello smontato. Si vedono: la carrozzeria in zamak, con il cofano motore aperto, il fondino minimalista in plastica nera, l'arredamento interno "monoblocco" e ridotto all'osso (manca persino il volante), i vetri (monoblocco), gli assi delle ruote con le ruote a raggi, molto economiche, e i pneumatici scolpiti. Ancora attaccati alla carrozzeria restano: la calandra in plastica, i fari anteriori, le luci posteriori, gli scarichi laterali, la targa con portatarga, le decal della carrozzeria Farina e quelle delle targhe. Si precisa che il cofano anteriore non ha le cerniere: viene tenuto in posizione di chiusura da una delle due viti che fissano il fondino.
Nell'immagine qui sotto, il fondino semplificato al massimo, su cui appare in rilievo un improbabile sistema di scarico a doppio scappamento (gli scarichi veri erano quelli che fuoriescono dai fianchetti anteriori della carrozzeria).